sabato 22 dicembre 2007

E così viene Natale, anche stavolta...

In partenza per la natia Lucca (e per le ineluttabili tombolate) vi lascio con un caloroso augurio di buon Natale, cogliendo l'occasione per annunciare l'apertura della filiale parigina della mia bottega. La trovate un paio di incroci prima dell'Hotel de Ville...
Doveste sentirvi soli, nella capitale parigina, sappiate che troverete sempre una porta pronta ad accogliervi... ;)

domenica 16 dicembre 2007

Muore lentamente

Poiché non tutto muore, grazie alle mie amiche archeologhe, la botola è stata riaperta.

Sono tornato ad inventariare le voci di quei prigionieri con monaci e architetti che iniziano ad essere intrigati dalle mie tesi sulla possibile esistenza di altri locali simili.

I curatori del museo ci hanno chiesto di redigere un pannello che spieghi la nostra scoperta e che diventerà parte integrante del futuro museo della stampa.

Ci daremo da fare.

Ma un dubbio resta.

Se i miei capi si ostinano a non volersi assumere la gestione del maniero, a cosa servirà un pannello in un museo chiuso al pubblico?
Fa rumore un albero che cade nella foresta incontaminata?

Rabbia.
Perché tutto muore.

domenica 9 dicembre 2007

Breve ritratto di Fabi in Do Mag

Un prosecco e un caffè seduti al tavolino di un bar romano.
Fuori piove senza scampo su un magma di veicoli.

Parole che scorrono serrate e ingorde per divorare quel poco tempo che abbiamo a disposizione.
Le parole scorrono e si trascinano dietro la vita, la passione, l’amore, la morte, il teatro, la letteratura… Dopo un’ora e mezza di chiacchierata con Fabiluna l’impressione è che le cose non si trovino più nello stesso punto in cui le avevo lasciate. Avete presente quegli uragani che si vedono in America? Quelli che ti fanno ritrovare il salotto della casa texana in Arkansas? Ecco, quando si incrocia il volo della libellula dal cuore di fenice succede qualcosa del genere.
Fabi non è mai completamente condivisibile ma è energia allo stato puro. E non si può restare indifferenti di fronte alla sua forza, alla sua decisione. Raramente ho visto qualcosa di simile.

Spero di incrociare presto il tuo volo, Fabiluna. Ho un mucchietto di cose su cui mi piacerebbe confrontarmi con te. Ma la prossima volta esigo più tempo. E più forza, da parte mia... come avrai notato mi hai beccato in un momento poco felice.
Ma non sei l’unica fenice...

Chapeau,
Ben

mercoledì 5 dicembre 2007

Cuore fragile: maneggiare con cautela


Mi siedo, poggio la tesa e ho subito la luce davanti agli occhi.

- Mi chiedevo se…

Apro la bocca. Sento l’ago entrare nelle gengive, la sua corsa sembra non finire mai.

- Se?

Ho perso la sensibilità di metà faccia. Credo che un pugile provi una sensazione simile dopo un diretto.

- Oddio lo sapevo! Non riesco a… uffa! Son sempre la solita!

Non riesco a vedere i ferri che entrano nella mia bocca ma la processione è molto sentita.

- Stai tranquilla e dimmi quello che devi dirmi.

Il dottore parla a mezza bocca con la sua assistente. Complottano.

- No… è che… e se noi… beh, e se fosse qualcosa di più di un’amicizia?

Percepisco la morsa di una pinza che afferra il dente. Il manico della pinza deforma il mio volto.

- Beh, come dire… aspetta, ragioniamo. Ci sono almeno dieci motivi per cui non si può…

Da fuori mi immagino simile al Joker.

Che poi alla fine son solo due… dunque, come dire… eh, mica è facile…

Nella mia bocca nel frattempo c’è più traffico che a Porta Pia.

Innanzitutto viviamo due fasi della vita troppo differenti… (segue serie di banalità)

Lattice, ferro, sangue e acqua si alternano febbrilmente senza pause. La lampada mi osserva.

E poi io non sono fatto per la coppia… (segue altra serie di banalità). Mi capisci?

Alla fine è un colpo secco.

- S-si… certo…

Il dente mi osserva dal piattino.

I suoi occhi lucidi mi osservano nell’oscurità.


Mi vergogno molto. Sono tornato a casa sapendo con certezza di aver fatto la cosa giusta, di aver detto le parole eticamente più corrette del mondo. Non si devono illudere le ragazzine.
Eppure mi sento una merda.
Perché invece di partecipare alla sua sofferenza sono stato invaso da un senso di pace. Come se la mia coscienza tornata alla limpidezza fosse l’unica cosa che conta. Ho detto una serie di verità ineccepibili con il tono di lattice che avrebbe usato il mio dentista.

Probabilmente qui sta la differenza fra un adulto e uno no. Per la prima volta in vita mia, pensando a Saint-Exupery, mi sono accorto di essere io l’adulto che non ricorda di essere stato bambino.

Sto invecchiando. Male, per giunta.


Questa sera, piccola, ti auguro di conservare il più a lungo possibile il tuo incanto.

Questa sera, piccola, ti auguro di trovare il ragazzo che moltiplicherà i tuoi sogni.

Questa sera ti auguro, piccola, che la disillusione non si accorga mai di te.

Questa sera ti auguro di non diventare mai me.


Con sincero affetto,

Ben

sabato 1 dicembre 2007

Let it snow...

- Lo sai che c’è? Che è l’unica persona in questo paese a cui posso dire: “ascolta questo brano: c’è tutto dentro. C’è il sentimento d’amore che sconfigge il sentimento di morte, c’è l’amore per la propria compagna, per la musica, per la terra… c’è tutto.” E lei sembra capire… poi magari sono io che mi illudo…
- Sai perché succede questo?
- Perché?
- Perché sei sempre il solito mezzo finocchio, Ben.
- Ma va a cagare…
- Per questo andiamo d’accordo noi due. Perché io invece sono una mezza bestia.
- No, tu sei uno stronzo. Perché fingi di schifare i tuoi sentimenti. Per questo non hai una ragazza.
- Ma va a cagare, io non ce li ho...
- Ma cosa? Vuoi che ti ricordi quanta poesia producevi per Tiziana?
- I colpi bassi non valgono...

Intanto nevica. E io guido nella notte. I riscaldamenti della macchina fanno il loro.

- Io comunque non vedo il problema. Scusa, ti trovi bene a parlare con lei? E allora che problemi ti fai?
- Beh, se per te dieci anni di differenza non sono un problema… per me si.
- Non dico che non lo siano. Però sei tu che dici che certe cose le puoi dire solo a lei o nel blog…
- È la verità. Sarò impazzito ma è così. Secondo me è demenza senile.
- A proposito…
- Che?
- Il blog…
- Non ti inventare un cazzo.
- E dai! Ma sei un bastardo davvero! Dimmi come si chiama! Almeno un indizio!
- Neanche se mi ammazzi. Il blog me lo porto nella tomba.
- Che pezzo di merda…
- Ma poi a te che te ne frega? Figurati se lo faccio leggere a una mezza bestia…
- Va a cagare, mezzo finocchio.
- Precedimi.

Una volpe ci attraversa la strada e ci accompagna per qualche metro. Poi si gira, scuote la testa e s’infratta. Poco dopo il piazzale ci appare dal buio, appeso a quattro lampioni ambrati. La neve lo ha appena colorato.
Freno a mano. Freno a mano. Freno a mano.
Saranno stati anni che non scrivevo sulla neve.

- Mi ci voleva qualcosa che mi ricordasse che non siamo du’ vecchi.
- Sai che ci voleva invece?
- Sigaro?
- Sigaro.
- Porco giuda me li scordo sempre.
- Sei proprio rincojonito Ben…
- Te l’ho detto… è l’età…
- No, tranquillo. Sempre stato.
- Che ci vuoi fa’… a chi la demenza, a chi l’impotenza.
- Allora perché te sei preso tutto tu? Cazzo, sei proprio sfigato…

Ci mandiamo a cagare, stavolta senza dirlo.
Però stanotte, fra la notte e la neve, un toscano ci voleva proprio.