martedì 26 luglio 2011

La meta altrove

E poi, d’improvviso, ritorna. Il senso di appartenere ad un altrove che è ovunque fuori che qui. Il senso di appartenere ad un percorso e a nessuna meta, il senso di non riuscire a trovare pace alla propria inquietudine.
Come un tam tam che richiama la mia anima e raffredda, opacizza i rapporti che ho con gli altri, con gli amici, i conoscenti, i parenti. Un richiamo talmente potente da sopraffare qualsiasi bisogno di affetto, di amore, di stabilità.
Conta solo la costante ricerca di quello che sfugge e che sfuggirà per tutta la vita.
L’inquietudine è la mia casa.

domenica 17 luglio 2011

Di viaggi e persone. Di sogni e realtà.

In questi giorni ho pensato molto alle partenze, ai viaggi, alle mete. Ma siccome sono un abitudinario, non penso mai a visitare una città o una nazione. Ogni volta che penso ad un luogo immagino di trasferirmi lì per non tornare più indietro, come un eroe da noir. Parigi, New York, le Isole Aran, il Tennessee. Ho abitato moltissimi luoghi immaginari negli anni, e ovunque mi sono innamorato di donne bellissime e nutrito i miei occhi di paesaggi sospesi.
Tuttavia non sono mai partito.
Pensavo a questo stasera mentre osservavo Antonio cucinare nel suo locale. Antonio mi ha raccontato la fase più difficile della sua vita: la truffa subita, i debiti a cui far fronte, il peso di una famiglia da mantenere e da sostenere, le telefonate della guardia di finanza.
Antonio è davvero un buon diavolo. Ha saputo osare. È caduto. Ha saputo non crollare. E oggi può parlare serenamente di un incubo appena svanito. È un uomo che ha fatto esperienza di una rinascita.
Mentre parla cucina insieme a sua moglie e viaggiano all’unisono, senza bisogno neppure di una parola per coordinarsi. Io sono seduto in cucina che li osservo, li ascolto e bevo il mio chinotto.
In quella cucina ho la sensazione di solidarietà, di familiare.
La mia voglia di viaggiare nello spazio si cheta, mentre viaggio alla scoperta degli altri.
Mentre contemplo i mondi straordinari che si nascondono dietro persone ordinarie.

lunedì 11 luglio 2011

I volti dell'idealismo


Questa sera vi regalo un vecchietto. Un buffo vecchietto variopinto, con la barba bianca e gli occhiali tartarugati. Un buffo vecchietto intabarrato in una sgargiante bandiera della pace, che regala bandierine dell’Europa e che non riesce a farsi capire quando parla.
Ovviamente ha avuto l’accortezza di chiedere un passaggio a Benjamin Brown, e di elencare durante il viaggio tutte le nazioni della terra in cui i bambini vengono addestrati alla guerra fin da piccoli.

Se questa è dunque la fine che fanno gli idealisti, beh… in fondo poteva andarmi peggio.