La negra
La negra si sedette sugli scalini di granito del sagrato, vicino a lui.
- Allora? Com’è andata?
Lui le porse la corona d’alloro che teneva in mano.
- Meglio non poteva andare, Madame…
- Hai visto? – disse con la sua voce grassa – E tu che ti preoccupavi…
- Eddai Madame, lo sai che son sempre situazioni che… umpf… non ci arrivi mai abbastanza sicuro…
- Perché sei uno sciocco, Ragazzo... lo sei sempre stato! Tu ti convinci di bastare a te stesso… quante volte te lo devo dire, eh? Ormai sei un ometto… impara a fidarti e affidarti!
La negra scoppiò in una risata che sembrava nascere dai colori della sua tunica. Sorrise e gli mise un braccio dietro le spalle. Il ragazzo elegante ricambiò il sorriso.
- La fai sempre facile tu…
- Non è che la faccio, stupido Ragazzo! È facile!
- Madame, io ci ho provo… ma poi lo sai, umpf... quante volte ne avremo parlato in questi dieci anni?
Rise di nuovo, la negra. Poi il suo sguardo si fece più calmo, terrestre.
- Tutte le volte che sei venuto da queste parti, Piccolo! Mi ricordo le prime volte che passavi, tu e tutti quei tuoi timori di petit homme… mi facevi proprio ridere… ma che dico? Guardati! Vestito nuovo, cravatta… mi fai ancora morire dalle risate! - Rise ancora e gli diede una spinta. Lui brontolò qualcosa di incomprensibile – Sembri proprio un ometto, Ragazzo! E adesso? Hai deciso che fare?
- Non so Madame, non so ancora. Camminerò. Credo.
- Non male come idea. Te la cavi piuttosto bene a camminare Benny. E poi si guadagna un sacco di soldi a camminare!
I denti scintillanti lampeggiavano fra quelle labbra sproporzionate.
- Sfotti sfotti… vedi che la fai sempre facile te?
La negra allora sorrise con compostezza. Abbassò il capo, prese il ragazzo per la cravatta e lo guardò negli occhi con tutto il fuoco che aveva nello sguardo.
- Stammi a sentire Benjamin Brown. Prova a fare lo scienziato, il calciatore, l’avvocato o lo sciamano. Non me ne frega niente, scegli tu. E poi resta a casa tua. Oppure gira il mondo. O ancora: vattene a fare l’eremita su una montagna. E sposati. Fa’ dei figli che – per l’amor di Dio – somiglino a tua moglie. Oppure resta solo a coltivare le tue piccole cosucce... sì dai, tutte quelle stupidaggini colorate che ti piacciono tanto. O magari fatti monaco, o vescovo… o Papa magari! Anche se non riesco ad immaginarti vestito di bianco, mozzarellino… Fa’ quello che vuoi, davvero. Ma, per Dio, continua a camminare. E ricorda che se un giorno, per caso, mi accorgessi che hai smesso di farlo… Benjamin Brown, ti giuro solennemente che vengo a prenderti a calci nel culo! Anche dovessi venire a cercarti in Vaticano!
Quindi lasciò la presa e scoppiò in una risata grassa con tutto il corpo. Poi si alzarono in piedi.
- E tu? Tu che fai Madame?
- Che domande stupide ti metti a fare? Allora è vero che danno lauree a chiunque ormai! Dovrei provare a iscrivermi pure io… magari ne scappa una pure per me! – disse ridendo – Io torno a casa mia, sul mio altare. Sei tu quello che deve camminare… se avrai bisogno, Ragazzo, sai dove trovarmi.
Lui sorrise e le porse la mano.
- Grazie di tutto Madame…
Lei sgranò occhi e labbra, diede uno schiaffo a quella mano pallida e lo abbracciò, facendogli mancare il fiato.
- Va’ Piccolo. Che il cammino ti sia casa.
Lui verso la strada e la metropoli, lei verso la navata e la chiesa.
S’incamminarono entrambi di un passo deciso, senza voltarsi.
Almeno lui.