J'accuse
Sono noioso. E parlo troppo. Troppo e troppo a sproposito. Non riesco a trattenermi dal dire una cosa anche quando non dovrei.
Dunque parlo troppo e male.
È grave: parlare troppo significa ignorare il proprio interlocutore, significa ridurlo ad un orecchio. Significa aggredirlo, dirgli implicitamente: “Ehi, se vuoi dire qualcosa dillo. Ma per riuscirci devi uccidermi.”
Quando ci ripenso mi sento brutto. Ho mancato di rispetto ad una persona. Che magari aveva qualcosa da dirmi. Qualcosa di importante o di prezioso o in grado di arricchirmi.
Invece io con le mie parole torrenziali violento il silenzio, violento l’ascolto, violento me stesso.
Accidenti.
E poi non voglio pontificare, non ho niente da insegnare a nessuno io! Ho un quintale di difetti uno peggio dell’altro… che debbo pontificare?
Illusione assurda di arricchire una persona che invece camperebbe anche meglio senza le mie parole.
Un tempo ero più bravo ad ascoltare. Ascoltavo tutto: le persone, il vento, il telefono. Ascoltavo persino i film. Ora invece vivo ostaggio di questa stupida ansia di comunicare che mi allontana dagli altri e da me stesso.
E che mi fa sentire brutto.
Appunto per il giorno dopo: Ascolto & Silenzio.
Ricostruiamo dall’onestà.