mercoledì 10 ottobre 2007
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Nel quartiere di Belleville c’è un barbiere algerino.
In realtà ci sono almeno una dozzina di barbieri algerini.
Ma solo uno di essi possiede, sopra l’insegna, un bambino che soffia le sue bolle di sapone.
Sotto i panni stesi di quella finestra gli uomini discutono di cose da uomini.
3 commenti:
adoro le bolle di sapone. mi liberano la mente .. il tempo passa soffiandole, rincorrendole, scoppiandole e sfiorandole con le dita e cercando di non bagnare a terra.. quasi mai le ho lanciate fuori al balcone.. forse temevo che l'eco dei discorsi dei grandi potesse infrangerle più del vento...
preparando le valigie per palermo,
f.
Cavoli... le bolle di sapone... quante volte le ho rincorse nei freddi inverni romani...
Correndo oggi come allora ti abbraccio forte perchè riesci sempre a ricordarmi quanto sia meravigliosa la vita!
Da adolescente provavo così tanta rabbia per i discorsi dei grandi che decisi di creare una bolla di sapone armato sufficientemente grande e resistente da poterci entrare dentro per difendermi dalle ferite più brucianti.
Col tempo la bolla è diventata una fortezza di cui ho perso la chiave. Come dire, ognuno ha il cellophan che merita...
Buona Palermo, Fabi...
Cali, la meraviglia della vita è negli occhi di chi la sa riconoscere, come i tuoi. Negli spiriti di chi osservando una bolla perdersi lontana si chiede come andrà a finire...
Un abbraccio in attesa di mousse al cioccolato!
Ben
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