giovedì 4 novembre 2010

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Sull’autobus, di sera, la stanchezza sale prima ancora dei passeggeri. Per questo quando i pendolari salgono hanno una percezione ovattata del mondo, con gli occhi perennemente incapaci di fissare un punto qualsiasi nello spazio.

Quando dopo la stanchezza e i pendolari sale a bordo la notizia, la sensazione di non essere nel mondo si fa più forte.



Un carabiniere ha sparato ai suoi figli e si è tolto la vita. Una bimba è già morta, l’altra ancora non si sa.

Un uomo, un padre, uno di noi, uno del paese, uno tranquillo.

Poteva essere il mio.



E vorrei non scendere più dal tempo sospeso di quel gigante d’acciaio che ci riporta al paese.

1 commento:

fabilunablu ha detto...

...il treno... la stessa cosa.. condivisione da pendolari.
che bello passare di qui e sentirsi a casa.
a presto..
fabiblu