Sull’autogrill di Montepulciano mi sono fermato e ho pianto
Sono fermo all’autogrill di Montapulciano, come da 26 anni a questa parte succede durante i miei viaggi.
200 km di asfalto percorsi e 200 km da percorrere.
Sotto i miei piedi scorre il traffico autostradale, placido e sicuro come un fiume dotato di due correnti ostinate e opposte, indeciso se raggiungere il mare o tornare alla fonte.
Fra poco anche io tornerò in quel flusso. Sto andando verso il mare io. Verso la normalità, la routine, la solitudine. Alle spalle mi lascio le radici. Lascio la mia fonte.
Un professore una volta mi disse:« we have to leave our roots and follow our routes».
Sarebbe bello uscire al primo casello e prendere la prima strada senza nome. Inseguire la propria serenità in un luogo in cui ancora non sono.
Oppure restare qui. In un non luogo senza identità. Uguale a tanti altri porti in cui gli individui si incontrano, si lambiscono. Un non luogo in cui l’umanità accade.
La verità è solo che sono a metà del mio cammino di crescita, e come in questo autogrill mi piacerebbe sentirmi sospeso dal flusso che mi reclama insistente e oppressivo.
Vorrei alzare un momento la testina del giradischi per capire in quale brano posso posizionarla.
Osservare sotto la puntina i riflessi luminosi del vinile che ruota vorticosamente cercando di capirne il senso, osservando le luci delle auto che passano sotto le mie suole.
Mi accorgo solo ora che a prescindere dalla direzione le auto si stanno dirigendo tutte verso la sera. È sempre comunque tutto un viaggio incontro alla notte e poi al giorno.
Si tratta di scegliere il ritmo giusto.
Il punto esatto in cui poggiare la testina sul disco e, dopo lo schiocco sordo, attendere il suono e poi la melodia. Lasciare che tutta si svolga perché le nostre orecchie ne facciano proprio il senso.
Devo andare.
Non ho pianto, non ne ho il tempo.
Si sta facendo sera e non voglio andare troppo incontro alla notte.
2 commenti:
sono senza parole Ben...
che cosa dire, a parte un augurio per tutti i km che restano da fare?
a presto, come vedo passo sempre a trovarti
E il tuo passaggio è per me sempre un piacere... a te l'augurio di ritrovare presto quelle roots che ti mancano tanto...
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