Spade & cuori - Diario di bordo num.2
Oggi, per la prima volta, ho fatto vestire Mara da ragazza. La sceneggiatura lo esigeva. Via jeans bracaloni da rapper, via la maglietta nera con le borchie e pure gli scarponi da ginnastica slacciati. Largo a pantaloni neri di raso, ad una dolcevita bianca smanicata e alle ballerine nere (che fanno tanto contento il regista… lo illudono di aver a che fare con un’Audrey Hepburn nascosta…).
L’impatto è stato notevole: lei era arrabbiatissima. Mandava a fare in culo chiunque le dicesse “stai bene”. Ho provato a dirle che era uno splendore e mi ha picchiato per tutta risposta. Accidenti, quella ragazza ha carattere, rabbia e un mucchio di cose da dire. Solo che non lo sa e io non riesco a farglielo capire. Come agli altri, d’altronde.
Lo ammetto: quella classe è un fallimento. Partecipano al progetto solo per l’ipotesi di vincere il viaggio premio, mentre del corto non gliene frega un accidente. Oggi mi sono arrabbiato con i maschietti che mentre allestivo una scena sono andati al bar a farsi due o tre Camparigin. Alle quattro del pomeriggio. Per poi rendermi conto che dopo due mesi di incontri e una sceneggiatura scritta con loro e già corretta (dall’impagabile Ainda, preziosissima!), alcuni ragazzi ancora non sanno come va a finire il corto. È terribile. Se ne sono sbattuti così tanto le balle da non preoccuparsi neppure di leggere dieci pagine di sceneggiatura.
La buona notizia è che le cinque ragazze della classe si sono battute per le mie ragioni, mi hanno difeso e sostenuto in questa guerra civile. Hanno rinfacciato ai nullafacenti i miei sacrifici e la mia dedizione. Mi fa piacere che almeno quello sia arrivato. Peccato che la mia dedizione non sappia recitare…
Dimenticavo: Mara non mi sembrava del tutto contraria al suo nuovo abbigliamento… mi sa che c’avevo preso: i complimenti di Mario sono stati accolti con molte più carezze che schiaffi… ah, l’amour!
L’impatto è stato notevole: lei era arrabbiatissima. Mandava a fare in culo chiunque le dicesse “stai bene”. Ho provato a dirle che era uno splendore e mi ha picchiato per tutta risposta. Accidenti, quella ragazza ha carattere, rabbia e un mucchio di cose da dire. Solo che non lo sa e io non riesco a farglielo capire. Come agli altri, d’altronde.
Lo ammetto: quella classe è un fallimento. Partecipano al progetto solo per l’ipotesi di vincere il viaggio premio, mentre del corto non gliene frega un accidente. Oggi mi sono arrabbiato con i maschietti che mentre allestivo una scena sono andati al bar a farsi due o tre Camparigin. Alle quattro del pomeriggio. Per poi rendermi conto che dopo due mesi di incontri e una sceneggiatura scritta con loro e già corretta (dall’impagabile Ainda, preziosissima!), alcuni ragazzi ancora non sanno come va a finire il corto. È terribile. Se ne sono sbattuti così tanto le balle da non preoccuparsi neppure di leggere dieci pagine di sceneggiatura.
La buona notizia è che le cinque ragazze della classe si sono battute per le mie ragioni, mi hanno difeso e sostenuto in questa guerra civile. Hanno rinfacciato ai nullafacenti i miei sacrifici e la mia dedizione. Mi fa piacere che almeno quello sia arrivato. Peccato che la mia dedizione non sappia recitare…
Dimenticavo: Mara non mi sembrava del tutto contraria al suo nuovo abbigliamento… mi sa che c’avevo preso: i complimenti di Mario sono stati accolti con molte più carezze che schiaffi… ah, l’amour!
4 commenti:
sai mio caro compagno di viaggio.. i diciassettenni di questa generazione fanno a volte cadere le braccia.. è così disarmante vedere quanto poco interesse li animi, quanto chiusi in se stessi siano e quanto l'essenza del branco li privi di qualunque forma di reazione e individualismo. non voglio credere che siano realmente vuoti.. mi piace pensare che si dimostrino tali perchè così "vuole" il gruppo.. un certo linguaggio, un certo abbigliamento, una certa forma di "stupidità".... eppure è triste guardarli e pensare che noi all'età loro avevamo solo grinta e voglia di fare. e progetti. o sogni.
il che significa prima di tutto che noi siamo "invecchiati", e secondo che spesso il progresso non arricchisce, svuota.
con amarezza e speranza.
in bocca al lupo.
f.
Raccolgo l'amarezza e la speranza...
In questi mesi sono invecchiato di anni e mi ritrovo a ragionare come farebbe un ex-sessantottino...
Questi giovani non leggono, non suonano, non guardano film, non scrivono. Non vanno a messa ma neppure al partito. Non seguono più neppure il calcio.
E mi ritrovo a combattere contro un nemico inconsistente come l'apatia. Che non fa reagire a nessuno stimolo, a nessun grido, a nessuno sfogo, a nessun insulto.
La causa?
Quella che hai perfettamente indicato: il progresso. Anzi, ancora più ovvio forse: il benessere.
Non c'è cosa che mi amareggia di più di ragazzi di diciassette anni che bevono e si drogano in continuazione solo perché si annoiano. Sono annoiati dai soldi che riempiono le loro tasche.
Non voglio neppure dirti il modo bulimico con cui consumano quello che chiamano amore. Non voglio neppure dirti degli aborti e delle corna.
Non vorrei dirti.
Perchè già lo sai, perché condividi con me l'amarezza.
E la speranza.
Grazie, di cuore.
Ben
PS: Crepi il lupo. Credo che proverò a picchiarli... :)
la speranza non deve mai mancare, me lo ripeto ogni giorno...
Mara forse ha solo bisogno di un pò di tempo per capire che i nuovi abiti forse sono decisamente più intonati alla vita.
E a te un deciso buon lavoro e impegno, alla fine le soddisfazioni ripagano sempre ogni sacrificio e urlo...
Baci
Grazie per il tuo passaggio Sofia... e per il tuo incoraggiamento.
Che raccolgo e ricambio, insieme ai baci!
Ben
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