Storie di bottega
A Lucca, in via del giardino botanico, proprio di fronte alla scuola elementare, c’era una bottega molto piccola, un fruttivendolo. Dentro la bottega, dentro un camice bianco e dietro un paio di occhiali di osso marroni c’era Pietrino. Il fruttivendolo, appunto.
E dentro la bottega di Pietrino c’era sempre un mucchio di donne e vecchiette che voleva sapere se quelle albicocche erano veramente saporite. Credo che Pietrino amasse il proprio lavoro più d’ogni cosa.
Raccontava la bontà dei propri finocchi e il sapore delle sue susine come si trattasse di una poesia. Quando poteva le faceva assaggiare ridendo. E aveva una voce forte, musicale, toscana. Guardandolo si poteva pensare che quell’ometto col riportino grigio e il naso perennemente rosso fosse sempre felice.
A me, “il romanino” come mi chiamava lui, regalava sempre le noccioline americane.
Accomodatevi con me in bottega, oggi. Ho preparato vin brulè e biscotti allo zenzero per tutti. Perché oggi la mia bottega compie un anno, un anno che ha riempito gli scaffali di parole mie e vostre.
Le mie ve le offro, ridendo dietro i miei occhiali.
Delle vostre non posso che ringraziarvi sinceramente: questa bottega, come quella di Pietrino, esiste grazie a chi ha ancora voglia di ascoltare una storia, di condividere un pezzo di strada.
O di assaggiare un’albicocca.
Col profumo di mela e cannella nell’aria,
Benjamin