Il piano inclinato
Dicono che ogni uomo passi una fase in cui sente di sbagliare tutto. Una fase in cui probabilmente sta, in effetti, sbagliando tutto. La sensazione è quella di essere la biglia lasciata scivolare su un piano inclinato. Puoi spostarti un po’ a destra o a sinistra ma non puoi far altro che scivolare.
Sempre più giù.
Quello che non dicono è che dopo un po’ l’angoscia cede il passo all’ansia e poi l’ansia alla preoccupazione. Poi finisce anche la preoccupazione e lì trovi quello che non ti aspetti: l’accettazione. Arrivi al punto in cui ti osservi dal di fuori, ti osservi precipitare, e non provi più paura. Forse è la stanchezza, forse l’abitudine, forse semplicemente pigrizia.
Fattostà che scivoli.
E non te ne frega più nulla.
Quando arrivi a quel punto il passo successivo può essere soltanto uno: la brusca interruzione del piano inclinato.
7 commenti:
che post intenso...
un abbraccio e spero che la biglia sappia avere la forza di restare in equilibrio nonostante il piano inclinato... baciotti
Grazie 1000 Sosò! In fondo il destino di una biglia è proprio quello di rotolare... cercando di mantenere interi quegli squarci di colore che vivono cristallizzati dentro di lei. Da bambino li osservavo sempre a lungo... ti è mai capitato? :)
Pensando ai colori,
Ben
qualcuna la conservo...
quando ero piccola guardavo spesso i bimbi giocare a "ticcare" (non so se era questo il nome del gioco...)
davano un valore ad ogni biglia in base al colore e alla grandezza, quella di cristallo aveva un valore decisamente superiore...
in fondo anche nella realtà è così, i colori determinano tante sensazioni, tanti stati d'animo...
forse alla fine è vero che vince chi riesce a scavalcare con furbizia gli altri...
ma a noi i colori serviranno per donare sorrisi...
un bacio verde...pensando alla speranza...
oggi ero in un grande supermercato... intenta a cercare creme e cremine (la Francia fa anche questo effetto) e sono capitata, non per caso, nel reparto giocattoli e naturalmente mi sono messa a vagare e toccare un po' tutto... fino a quando non sono finita davanti a dei piccoli sacchi con dentro delle biglie bellissime... Ho preso in mano i sacchetti e ne ho goduto un po' la meraviglia... mi stupivo e pensavo: ci sono ancora dei bambini che desiderano queste biglie per giocare? Lo sanno fare? E poi torno qui e prima di andare a letto trovo questo post... ed io non credo quasi mai alle coincidenza... sono stata felice di sentirti con calma, giusto in tempo perché mi si rompesse il microfono...a presto... metti un pezzo di legno sotto il piano inclinato.. fammi sapere... un abbraccio
solo poche parole.
quando si tocca il fondo non si può far altro che risalire.
f.
Si Sosò, anche nella realtà è così perchè non esiste una biglia uguale all'altra, ognuna possiede al suo interno una forma di colore che la rende unica. Non vince chi scavalca gli altri, vince chi, una volta conosciuta la forma dei propri colori, riesce a trovare la posizione giusta per lasciarsi attraversare dalla luce del sole...
Ricambio il bacio verde con uno azzurro...
Bimba! Cremem & cremine?!? Intese come creme brulé o come lancôme? Io preferisco le prime... :)
Certo che i bambini parigini giocano con le biglie: ricordi Amelie? Sono contento di questa coincidenza, di questo giuoco delle perle di vetro... e delle biglie ancora presenti nei supermercati. Peccato che non si trovino più quelle amarcord dei ciclisti!
Ma come hai rotto il mic? Vabbè, tutte le scuose so' buone...
Fabi, da quanto! Sai che non mi preoccupa la risalita. Quello che mi stupisce è l'accettazione della discesa. La perseveranza di uno sbaglio.
Ho tolto questo pezzo perchè a rileggerlo rendeva patetico o almeno incomprensibile qualcosa che invece meriterebbe una spiegazione più limpida. Come spesso mi succede, non ho sufficienti parole nella mia faretra... imparerò meglio!
A tutte voi un abbraccio grande come un'apertura d'ali,
Ben
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