sabato 24 gennaio 2009

Vecchio cinema inferno

Quand’ero bambino, non so se capitava anche a voi, non riuscivo a fare a meno di condividere una cosa che credevo bella. Mi chiedo se in effetti sia proprio dell’essere umano cercare di condividere con le persone le cose che gli danno gioia, non lo so. Non l’ho mai capito.

Io sono un appassionato. Non un genio né un fanatico. Solo un appassionato. Di cinema, letteratura, pittura e fotografia in un paese che da almeno cinquant’anni non possiede un cinema, un teatro, una libreria, un museo.
Sapete cosa significa per una comunità non possedere tutto ciò per un periodo così lungo? Significa generazioni cresciute senza sapere come si legge, come si vede un film, come si osserva.
Per me significa solo sentirsi soli.

Ma attenzione. Questo post non è uno sfogo depressivo. È una dichiarazione di resistenza.

Anche questa sera ho aperto la saletta della biblioteca, spento le luci e acceso il proiettore. Anche questa sera sono venute non più di quindici persone a vedere il film settimanale.
- Ben, l’hai scelto tu questo film?
- Diciamo che l’ho caldeggiato…
- Ma che film è?
- È un film israeliano molto…
- Se, ho capito va…
- Dico davvero! È un film molto bello. Essenziale ma molto umano…
- Se, vabbè… ma perchè non fate mai quelli dei Vanzina? Daje su, manna che sennò ce stamo qua tutta la sera… 

Poi succede che accendo il proiettore. E quando lo accendo su una pellicola che ho amato inizio a chiedermi se piaccia alla gente immersa nel buio. Percepisco gli sbadigli e le caramelle scartate, i bagliori degli sms e le parole sottovoce. Qualche risata. Poi il responso, che è sempre il solito.
Scorrono i titoli di coda.
- Ben… si carino… beh, insomma…
- Ben, poi me lo spieghi, eh?
- Ben, ma che ca… ma che film hai messo??
- Ben… io il senso mica l’ho capito, eh… cioè… si, però…

Ed è una lunga processione di voci al buio che mi stringono la mano, mi danno pacche sulle spalle e raggiungono la via di fuga nel più breve tempo possibile.
Mentre scorrono i titoli di coda.
Scorrono sull’ending che è sempre una musica molto bella.

A me, la musica dei titoli di coda, mi fa sempre incazzare.
La gente sembra venire al cineclub per fare un piacere a quel rompicoglioni di Benjamin Brown. O con l’animo con cui si va a messa la domenica, tanto per pulirsi la coscienza. Ce ne fosse uno che accetti, una volta, una sola volta, di abbandonarsi a ciò che vede.
Ci fosse uno che permette al film di raccontargli una storia. Mi piacerebbe anche solo che ci provasse...

Ci fosse una, una sola persona con cui condividere.

Resistere, resistere, resistere.
La buona notizia è che dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
E io sono un coltivatore in un paese di merda.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

condividere... hai ragione, a volte è così difficile!!!!
ma dobbiamo resistere, resistere, resistere...forza ben...

condividendo...sosò

Benjamin Brown ha detto...

Grazie per i passaggi Sosò, sempre preziosi...
Il discorso sarebbe lungo, quindi.. te l'ho scritto in una estenuante email! :)

Au revoir,
Ben

Anonimo ha detto...

... è difficile, sì. Condividere, resistere, certo. Ogni tanto però anche prendere una via di fuga, per respirare e sentire che non sei solo. Bacione
AINDA (che ha scordato la password!)