Parliamo di donne, mi racconta il suo rapporto a distanza. Parliamo di donne, di regali, di richieste, di paranoie, di pazienza e di complicità. Un iPad come regalo? Caro.
- Aspetta – gli dico. Vado di là, torno con una piccola scatola di cartone.
- Che c’hai?
- Ti faccio vedere una cosa.
Dopo qualche secondo trovo il piccolo cofanetto. Lo apro davanti a lui.
- Guarda. Questo è il regalo più costoso che abbia fatto ad una ragazza. Oro bianco e brillantini.
Sorride, lo tiene fra le dita, mi chiede come mai è rimasto a me.
Sorrido, spiego, osservo l’anello fra le sue mani.
E sento qualcosa rompersi dentro, qualcosa di piccolo.
Una piccola pena mi invade, una risacca che sa di malinconico abbandono.
Mi manca. Non lei, mi manca il Benjamin che era, il Benjamin che è stato.
La sua fiducia, la sua speranza, la sua abnegazione.
La posizione in cui aveva messo l’Amore, nell’economia della vita che non conosce profitto.