giovedì 15 marzo 2007

Passion


Giorni in cui il dolore è stato forte, giorni di spasmodiche domande che si incardinano in una ossessione.
Giorni di ferite, vecchie e aperte a forza da una lama affilata come una falce.

Giorni della memoria, di ciò che è stato e che sarebbe potuto e che adesso è così incredibilmente diverso.
Giorni in cui le piccole onde della melanconia lambiscono gli occhi che hanno visto.

Ho piantato tre ulivi questa mattina. Ho scavato tre buche profonde nella terra appiccicata e selvatica.
In una ho messo il ricordo di lei, come un tesoro che la terra custodirà.
In una ho messo il dolore di questi giorni, come un segreto che la terra custodirà.
In una ho messo la speranza per il domani, perché la terra possa farla fiorire.
Sopra ogni buca un ulivo. Perché il legno d’ulivo è il più forte e il meno domabile. Decide da solo dove e come vuole essere, e arriva ad esserlo. Fosse anche stato piantato sulla pietra viva.

Per tutta la vita ricorderò il giorno e lo stato d’animo con cui ho piantato quegli alberi. Questo ricordo vivrà oltre la mia stessa vita, con quelle piante, come nei film di Wong Kar-Wai.
Mi piace immaginare che un mio nipote farà l’amore sotto quegli stessi ulivi, ignaro del fatto che furono eretti a custodia dell’Amore, della Memoria, della Speranza.
Ignaro del fatto che quei tre ulivi sono i pilastri su cui regge anche la sua stessa, umana esistenza, di giovane del 2049. E di tutte quelle avvenire.
Augurio antico di perenne felicità.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo tutto questo, ho rivisto la mia orchidea. La comprò mio padre di oggi 17 anni fa. Era sempre muta, non fioriva, ogni tanto una foglia. Ma non seccava.
Sette anni fa, ero decisa a buttarla con il vaso, ma qualcosa forse mi diceva di non farlo e di piantarla nel terreno, ma anche lì nulla, tanto da ignorarla.
Cinque anni fa, ero con mio padre in giardino, come sempre a "litigare" sul come curare le varie piante e rispuntò l'enigma di cosa fare di quell'orchidea così inutile...
Lui, sempre conservatore, decise di toglierla dal terreno e rimetterla in un vaso. E cambiò tutto, la sua vita, la mia vita, e quella dell'orchidea...
Sono due anni ormai che quell'orchidea così silenziosa, fiorisce sempre a gennaio, proprio nel mese che odio di più, e porta sempre 3 rami di fiori... e sono due anni che mi ricorda di quanto bello trascorrere quelle ore a "litigare" con il mio papà e di quanto dannatamente mi manca.

Scavare nei dolori, per poi veder fiorire la serenità anche con un fiore, o un albero che rappresenterà forza, nutrimento essenziale per chiunque vorrà posare le proprie spalle.
Non è una coincidenza che l'orchidea abbia ripreso a fiorire proprio in quel mese. A me piace pensare così, e custodisco come un tesoro prezioso quella pianta.
Oggi è 16 marzo... certe date non si dimenticano...

Un bacio

ainda ha detto...

vorrei abbracciarvi tutti e due forte forte... e questa rete a volte è troppo stretta

Benjamin Brown ha detto...

E' molto bello ciò che hai scritto Sofia, per come parla di te e perchè descrive un fiore molto più coraggioso di un ulivo: la fragilità dell'orchidea richiede molte più cure e attenzioni. Le stesse che mettiamo per preservare lo stato d'animo e le emozioni nei nostri ricordi.

Ti auguro di cuore che la tua orchidea, con il suo fiorire regolare e sorprendente, possa sempre raccontare le meravigliose litigate a te e a chi entrerà nella tua vita..(magari il tuo nipotino del 2049!) Anch'essa piccolo, prezioso pilastro della Memoria, dell'Amore, della Speranza.

Con un abbraccio affidato alla brezza marzolina,
Ben

Benjamin Brown ha detto...

Ainda, hai scritto mentre scrivevo! Un abbraccio forte anche a te, come sempre preziosa lanterna per il mio morale ballerino... :)

Con 1.000 grazie,
Ben

Anonimo ha detto...

grazie per l'augurio... oggi la brezza marzolina è così intensa e piacevole...

p.s non vorrei aspettare così tanto per un nipotino ;) vorrei avere la memoria ben afferrata per poter raccontare tanto di suo nonno e di quel giardino...

baci...

fabilunablu ha detto...

tre buchi in cui seppellire. tre buchi in cui far rinascere. l'ulivo è l'albero della mia terra. quell'albero dal tronco contorto, confuso come i labirinti della mente e del cuore. Il dolore è solo un'incisione nel ramo se ci pensi bene.. è una ruga sul viso.. è una musica struggente .. la pioggia e un bell'abito che ci fascia il corpo a volte come in The mood for love.. meravigliosi e insostenibili.. è il punto di partenza per l'amore e l'emozione .. se non soffrissimo non saremmo umani e non sapremmo apprezzare la gioia..
ti abbraccio dal profondo sud senza sole...
madame libellula

Benjamin Brown ha detto...

Come sempre grazie per il tuo passaggio, fabiluna, e per le tue splendide parole. "Meraviglioso e insostenibile" come l'abito della malinconia, di cui spesso è vestita la memoria... come ci ricordate tu e Sibilla Aleramo... :)

Abbracciandoti con i miei rami nodosi,
Ben