When I hate everything…
C'è una cosa di me che odio. Oddìo, ci sono molte cose di me che odio. Anche negli altri odio molte cose, ma questa è un'altra storia. Una delle cose che odio di me è il sentirmi corrompere dalle res adversae. Sai quei periodi in cui va tutto un po' storto? Non molto, un po'. Un giorno il lavoro, un giorno un amico, un giorno un nemico. Una giorno la tua famiglia, un giorno quella degli altri. Il lavoro che diventa un'oppressione, il non lavoro che opprime ancora di più. Ecco, in quei periodi, senza che me ne accorga, l'oscurità comincia a annerirmi l'anima. Mi faccio più schivo, più buio, più brutto. Inizio ad essere meno tollerante e a farmi mille paranoie sulle persone che mi girano intorno. Ignari satelliti di un pianeta in ebollizione. Più passa il tempo più i nervi si tendono. E più i nervi si tendono più fatico a ritrovare il bello, a riconoscere ciò per cui vale la pena di alzarsi al mattino. Insomma, a salvare tutto ciò che inferno non è, come direbbe Calvino. E questo mi dispiace. Perché con tutto il caos e le amarezze che a volte la vita ci riserva, bisognerebbe avere sempre cura di quella piccola oasi che risiede in noi stessi. Bisognerebbe riuscirci. Ritornare a nutrirla delle piccole cose, delle piccole attenzioni verso sé stessi e verso gli altri che rendono la vita quotidiana un po' meno infernale. Un po' più purgatorio. Il paradiso? No, quello è un posto riservato a chi può (con)dividere l'esistenza con una metà che sia anche meta.