sabato 21 aprile 2007

La sola ragione del viaggio: viaggiare.

- Allora, Ben, sei disponibile quest'anno a fare il progetto movie?
- Mah, non so. I tempi sono già stretti…
- Per quelli non ti preoccupare, posticipiamo la proiezione. Allora?
- Beh, allora si dai…
- Pensi di lavorare con qualcuno? Ti occorrerà un aiuto?
- No. Quest'anno farò da solo.
- E la tua ragazza?
- Quest'anno sarò solo.
- Ce la fai?
- Ce la farò.

Inizia così la traversata primaverile dell'Anno Domini 2007. Con un impegno degno di Shakelton. Condurre in solitaria trenta ragazzini di diciassette anni attraverso la realizzazione di tre cortometraggi. Tragitto semplice: soggetto, sceneggiatura, regia e recitazione, montaggio e musiche, proiezione. Lineare.

Lungo il tragitto le insidie, quelle che ogni capitano deve affrontare: rischio di ammutinamento dei ragazzi, rischio di finire contro gli scogli dell'indifferenza, rischio di perdersi nella nebbia dell'incomprensione o di restare incastrati nei ghiacci della frustrazione.

Da tre settimane siamo salpati, e abbiamo già quasi raggiunto la seconda meta. L'umore a bordo è ancora alto, anche se tenerlo alto fino alle riprese è difficile. La penna affascina meno della videocamera. Qualche ragazzo si sta appassionando, sta uscendo dalla psichedelica mentalità playstation e inizia a flirtare con il ritmo cinematografico. Mi fanno sorridere quando cerco di proporre soluzioni alle sceneggiature e mi sento incalzare con continui: "E poi? Su, dai, poi che succede?" "Dimmelo tu – rispondo sempre – dimmelo tu cosa succede". Li punzecchio continuamente. Odio il torpore del nuovo millennio. Per queste cose occorre passione. Da parte di tutti.

Senza che se ne rendano conto mi appaiono un po' come bambini in quei momenti, sembrano riscoprire il piacere del sentirsi raccontare una storia. Le ragazze, a onor del vero, sono sempre le più interessate. Ma sono pochissime, le classi coinvolte provengono tutte da indirizzi tecnici.


Non basterà questo post per raccontare tutte le sensazioni e le speranze che mi animano.

Credo che terrò un diario di bordo.


Ritto sul cassero, con lo sguardo attento,

Benjamin Brown

6 commenti:

ainda ha detto...

...bravo capitano...
(e se mai ci fossero troppe onde, mandami un segnale anche a nuoto ti raggiungo...)

Calimero ha detto...

I ragazzi della generazione playstation nn sanno più cosa sia la fantasia...nn sanno più correre nei prati e fare le capriole...stringi i denti capitano... continua a punzecchiarli e speriamo che riescano a sorprenderti continuando ad appasionarsi!

fabilunablu ha detto...

mio compagno di viaggio.. vedo che è servito punzecchiarti per riveder gli scaffali puliti e ricchi di nuove mercanzie..
quella che stai affrontando è una magnifica avventura, piena di emozioni e di sorprese..
attendo di legger la sceneggiatura finale..avremo uno scambio di copioni mi sa.. e se vuoi, magari veniamo a far anche le comparse!

calimero .. a dire il vero anagraficamente anche tu fai parte della "generazione playstation" .sei solo stata molto più fortunata di altri ad aver lo spirito critico e l'olfatto sviluppato per ricercare ancora fuori "il profumo" delle cose..

è quello che fa di noi non robotici. è quello che distingue, se ci pensiamo bene..
pensando a Suskind apro le ali e mi poso timida sul timone..

f.

Benjamin Brown ha detto...

Ainda, mi sa che a breve verrà il tuo momento... :) scalda la penna!

Bentrovata Cali.. sai che alla fine non pretenderei neppure capriole nei prati... solo che sapessero riscoprire una passione vera per qualcosa...

Fabiluna, in effetti il punzecchiamento ha sempre i suoi effetti... :) Sono contento di vederti sul timone ma... quando vieni a spiegare ai giovani cos'è la recitazione?

Nella speranza di trovarci tutti insieme, un giorno, a lavorare con le nostre arti e passioni per un progetto comune,
vi abbraccio,
Ben

Calimero ha detto...

ciao a tutti... fabi mi dispiace contraddirti... ma io sn nata a metà degli anni ottanta e la playstation è un fenomeno nato a metà degli anni novanta... per cui... :-P

Anonimo ha detto...

leggo nel tuo post la stessa passione di mio fratello... lui contro tutti e tutto crede nel suo sogno e nel suoi cortometraggi...
E' bello poter avere un sogno, e son sfortunati e fondamentalmente "tristi" coloro che ne son sprovvisti.
Buon lavoro e buon punzecchiare la curiosità dei ragazzi...baci