mercoledì 5 dicembre 2007

Cuore fragile: maneggiare con cautela


Mi siedo, poggio la tesa e ho subito la luce davanti agli occhi.

- Mi chiedevo se…

Apro la bocca. Sento l’ago entrare nelle gengive, la sua corsa sembra non finire mai.

- Se?

Ho perso la sensibilità di metà faccia. Credo che un pugile provi una sensazione simile dopo un diretto.

- Oddio lo sapevo! Non riesco a… uffa! Son sempre la solita!

Non riesco a vedere i ferri che entrano nella mia bocca ma la processione è molto sentita.

- Stai tranquilla e dimmi quello che devi dirmi.

Il dottore parla a mezza bocca con la sua assistente. Complottano.

- No… è che… e se noi… beh, e se fosse qualcosa di più di un’amicizia?

Percepisco la morsa di una pinza che afferra il dente. Il manico della pinza deforma il mio volto.

- Beh, come dire… aspetta, ragioniamo. Ci sono almeno dieci motivi per cui non si può…

Da fuori mi immagino simile al Joker.

Che poi alla fine son solo due… dunque, come dire… eh, mica è facile…

Nella mia bocca nel frattempo c’è più traffico che a Porta Pia.

Innanzitutto viviamo due fasi della vita troppo differenti… (segue serie di banalità)

Lattice, ferro, sangue e acqua si alternano febbrilmente senza pause. La lampada mi osserva.

E poi io non sono fatto per la coppia… (segue altra serie di banalità). Mi capisci?

Alla fine è un colpo secco.

- S-si… certo…

Il dente mi osserva dal piattino.

I suoi occhi lucidi mi osservano nell’oscurità.


Mi vergogno molto. Sono tornato a casa sapendo con certezza di aver fatto la cosa giusta, di aver detto le parole eticamente più corrette del mondo. Non si devono illudere le ragazzine.
Eppure mi sento una merda.
Perché invece di partecipare alla sua sofferenza sono stato invaso da un senso di pace. Come se la mia coscienza tornata alla limpidezza fosse l’unica cosa che conta. Ho detto una serie di verità ineccepibili con il tono di lattice che avrebbe usato il mio dentista.

Probabilmente qui sta la differenza fra un adulto e uno no. Per la prima volta in vita mia, pensando a Saint-Exupery, mi sono accorto di essere io l’adulto che non ricorda di essere stato bambino.

Sto invecchiando. Male, per giunta.


Questa sera, piccola, ti auguro di conservare il più a lungo possibile il tuo incanto.

Questa sera, piccola, ti auguro di trovare il ragazzo che moltiplicherà i tuoi sogni.

Questa sera ti auguro, piccola, che la disillusione non si accorga mai di te.

Questa sera ti auguro di non diventare mai me.


Con sincero affetto,

Ben

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