sabato 28 giugno 2008

Le mele di Cezanne


Le mele di Cezanne come il senso della solitudine buona. Le mele di Cezanne come il mistero di quelle cose che riconducono l’uomo verso sé stesso.

L’ultima immagine dell’“Età barbarica” di Arcand è molto bella… l’Uomo che durante tutto il film ha cercato di combattere la propria solitudine, l’incomunicabilità con la famiglia e il lavoro frustrante trova una via di speranza proprio nella solitudine. Non nella solitudine fatta di tutti, di cui ho parlato altre volte, ma nella solitudine vera. Nella fuga mundi.

Non bisognerebbe mai vivere troppo a lungo immersi nella quotidianità.

La quotidianità corrode il senso della vita.

E alla lunga rischia di corrodere il senso delle mele di Cezanne.

4 commenti:

aracK ha detto...

pensa al bruco della mela
alla sua dolce solitudine

fabilunablu ha detto...

ma bisogna tornare al Tempo delle mele.. beata innocenza delle feste in casa e nei garage.. dreaaaaaaams are not realityyyyyyyy
fantastiche rimembranze di un tempo che fu. mamma mia quanto mi pesa lo scorrere degli anni...
dall'eterna bambina un abbraccio
f.

Benjamin Brown ha detto...

Grande Arack! E poi ci lamentiamo...

Fabi, a chi non pesa lo scorrere degli anni? ça va...

Grazie per i passaggi in bottega miei cari...
Ben

Anonimo ha detto...

un saluto da 40° ...sosò