La storia siamo noi, siamo noi padri e figli...
Suona suona suona De Gregori.
Ho passato il giorno degli innamorati con un paio di amici, quelli storici. Quelli che non ti ricordi come hai conosciuto perché sei sicuro che in realtà ci siano sempre stati.
Sei gomiti e tre lattine di birra sul tavolo di noce, in una stanza bianca. Al riparo dalla pioggia e dalle amenità sanvalentiniache. Non dall’erosione del tempo.
Siamo tre ragazzi coetanei, amici di una vita, che scherzano nella casa di uno di noi. Quella stessa casa che, pochi giorni dopo, ospiterà la sua famiglia: sua moglie e la loro splendida bimba di quattro mesi.
La malinconia è stata tanta.
Ieri sera siamo tornati in quella casa, questa volta abitata dai pianti della piccola e dai capelli bagnati della mamma. Ho accettato la birra che mi è stata offerta e i pop-corn e fatto le linguacce e preso in giro e letto le istruzioni del termostato e chiesto lumi sulla nuova cucina mondoconvenienza e...
La malinconia ha lasciato il posto ad una famiglia in divenire, che inizia ad affrontare una vita che ha scelto al posto suo. E in fondo lo spettacolo della vita, pure agli occhi di questo cuore avvizzito, resta sempre qualcosa cui val la pena di assistere.
Sorridendo.
Sorridendo.
Sorridendo.
PS: Oggi ho ripreso il sax. Che poi è il melancholic mood in cui si reincarna la mia fenice...